Canneto sull’Oglio

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Canneto sull’Oglio

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Canneto sull’Oglio (קאניטו)

Provincia di Mantova. L’insediamento, che iniziò forse a svilupparsi con gli Etruschi, fu abitato dai Galli Cenomani e dai Romani e fu in seguito soggetto a molte invasioni. In pieno Medioevo C. fu sotto la giurisdizione di Brescia, per poi passare nel Quattrocento nella sfera d’influenza dei Gonzaga di Mantova, entrando a far parte del Ducato e restando sotto la loro egemonia per circa tre secoli.

Il primo documento relativo ad una presenza ebraica a C. risale al 1512, quando Isacco di Daniele Norsa ed il suo socio David da Montalcino ricevettero il permesso di aprire nella località un banco di prestito[1]: l’attività feneratizia continuò per tutto il XVI secolo con svariati banchieri[2].

Anche i feneratori di C. contribuirono alle tasse per la concessione del privilegio del 1587, con la cifra di 239 scudi, nonché al pagamento per il rinnovo dei  privilegi nel 1597[3].

Dopo che il vescovo di Mantova ebbe ordinato che gli ebrei di una serie di località sottoponessero a censura i propri libri, risulta che anche a C. venissero espurgate centinaia di testi[4]

Il banco di C. continuava ad essere in funzione all’inizio del XVII secolo[5] e diversi feneratori vi si alternarono, sino all’epoca della guerra di successione del Mantovano[6].

In occasione della nascita dei figli di Francesco II (1609 e 1611), speciali misure vennero prese per proteggere gli ebrei di C. dalle manifestazioni di ostilità contro di loro, cui si abbandonava la popolazione locale per “festeggiare”[7].

Nel corso degli anni Venti del Seicento, anche gli israeliti di C. furono costretti all’acquisto forzato di grano per smaltire le scorte ducali[8] e, durante la già citata guerra di successione, subirono l’invasione delle truppe tedesche[9].

Nel 1717, quando ormai non esisteva più una Comunità, alcuni ebrei di passaggio a C. furono fatti incarcerare dal governatore locale perché non portavano il segno distintivo[10].

Sinagoga

Negli anni Trenta del XVI secolo venne concesso a Leone (Juda) Sinai da Colonia l’acquisto di una casa a C. per instaurarvi una sinagoga[11].

 

Bibliografia

Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll., Toronto 1988-1991.

Simonsohn, S., The History of the Jews in the Duchy of Mantua, Jerusalem 1977.

Simonsohn, S., The History of the Jews in the Duchy of Milan, Jerusalem 1982-1986.


[1] Archivio Gonzaga di Mantova, Libro dei decreti, 26.3. 1512, citato in Simonsohn, S., Mantua, p. 226, nota 88.

[2] Nel 1520 ricevettero il permesso di fenerare Dattilo (Yoab) da Castiglione e il fratello Petro; nel 1531, lo ricevette Leone (Yehudah) Sinai da Colonia, che fu autorizzato a farsi sostituire dal fratello Raffaele. Nel 1557 il permesso di fenerare venne concesso a Merlo Greco e, alla sua morte, ad Emanuele (Menahem) de’ Carmini da Cremona, cui si aggiunsero, nel 1567, i figli Raffaele e Michele, che continuarono l’attività anche dopo la morte del padre. Nel 1587 il permesso fu concesso al solo Raffaele e, nel 1594, agli eredi di Raffaele e Michele (Simonsohn, S., Mantua, p. 226, nota 88). Forse, il summenzionato Yehudah  Sinai da Colonia  è l’autore della raccolta di detti talmudici e midrashici Yehudah Ya’a leh (Gerusalemme, 1890).  Per ulteriori particolari relativi al rabbino Yehudah Sinai da Colonia, vedi ibidem.  Su Giuseppe Ottolenghi ed il figlio Donato a C. cfr. Simonsohn, S., Milan, doc. 3501, 3558, 3568, 3595, 3601, 3667; p. 2783; e su Vita Carmini ed altri membri della famiglia, cfr. ivi,doc. 3579, 3584; p. 2631.

[3] Simonsohn, S., Mantua, pp. 165-166.

[4] Risultarono espurgati, infatti, 912 testi stampati, conteggiati fra quelli di C. e di altre località (La Volta, Castiglione e Castelgoffredo). Simonsohn, S., Mantua,, pp. 690-691.

[5] Ivi, p. 229, nota 91.

[6] L’autorizzazione a fenerare venne data agli eredi di Raffaele e Michele di Emanuele Carmini da Cremona, nel 1605, e, nel 1616, a Leone (Yehudah) Fano, Angelo (Mordekhay) Sacerdoti (Kohen) e al socio Prospero (Matzliah) Rossena, in seguito anche a Giuseppe Levi e Leone (Yehudah) Norsa, mentre, nel 1626, furono autorizzati  fenerare Angelo (Mordekay) Sacerdoti e gli eredi di Leone  (Yehudah) Fano. Ivi, p. 235, nota 109.  

[7] Ivi, p. 127, nota 76.

[8] Ivi, pp. 279-280, nota 269.

[9] Ivi, p. 51.

[10] Ivi, p. 81. Nonostante l’apparente estinguersi della comunità ebraica, documenti relativi al 1773 riportano 48 ebrei a C. (ivi, p. 194, nota 22).

[11] Ivi, p. 570, n. 213. Simonsohn, S., Apostolic See, doc. 1670.

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