Vescovato

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Vescovato

Testo

Provincia di Cremona. Distante 13 chilometri dal capoluogo, compare nei documenti a partire dall’XI secolo e fu un feudo dei Gonzaga dal XIV al XX secolo.

Giacobbe fu banchiere a V. intorno al 1470, ma, fallito, fuggì, mentre la moglie, Sarra rimase a gestire il banco. Davide da Piacenza (di Germania), creditore di Giacobbe, si rivolse al Duca, che scrisse ai Gonzaga, feudatari di V., inutilmente. Davide si appellò nuovamente al Duca in seguito e lo stesso fece Maestro Vidale, un medico di Cremona[1].

Quando Ludovico il Moro cacciò gli ebrei dal suo dominio (1497), gli ebrei di V. si rivolsero a lui per chiedere un’esenzione dal decreto ed egli, prima di decidere, incaricò il commissario di Cremona di presentare un rapporto sulla situazione (banchiere a V. era, in questo periodo, tale Consiglio)[2].

Dopo il ritorno degli Sforza a Milano nel 1512, si trovavano alcuni ebrei a V. e banchieri furono Giacobbe di Madio de Cividale, abitante a Cremona, e, dopo di lui, Falcone di Volpino, abitante a Pescarolo[3].

Nel 1591, poco prima della cacciata definitiva degli ebrei dal Ducato di Milano, i Gonzaga concessero ad Isacco Soave un privilegio per tenere banco a V.[4].  

Bibliografia

Simonsohn, S., The Jews in the Duchy of Milan, 4 voll., Jerusalem 1982-1986.


[1] Simonsohn, S., Milan, doc. 1188, 1535, 1566.

[2] Ivi, doc. 2264, 2268.

[3] Ivi, doc. 2374, 2545, 2825, 2894, 2914, 3000.

[4] Ivi, doc. 4100.

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