Portogruaro

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Portogruaro

Testo

Provincia di Venezia. Sito nella bassa pianura veneta, tra Livenza e Tagliamento, è attraversato dal fiume  Lemene ed è sorto proprio in virtù del traffico sul fiume. Nel 1140 il vescovo di Concordia conferì a P. beni e privilegi, ma, decaduta Concordia, dalla quale dipendeva sotto la signoria del patriarca di Aquileia, passò nel 1420 sotto Venezia, cui dimostrò la propria fedeltà con la lega di Cambrai, avendone in ricompensa favori commerciali.

La prima attestazione ufficiale della presenza ebraica a P. risale al 1575, quando vi giunsero da Venezia i fratelli  Jacob e Moisè De Rizzo, dopo che il Consiglio della Comunità aveva incaricato Nicolò Sbrojavacca e Giovanni Francesco Palladio degli Olivi di trovare un feneratore ebreo, che vi gestisse un banco[1]. Uno dei Capitoli della Condotta, stabiliva che fosse concesso a detti Hebrei banchieri di poter comprare un luoco nelli borghi della Terra o fuori di detti borghi per sepelir occorendo li suoi morti, che Iddio non voglia[2].

Agli inizi del Seicento si trovavano ancora ebrei a P., tra cui un ramo della famiglia Belgrado: infatti, morì qui nel 1606 la moglie di Iacob Belgrado, Dolcetta, e fu sepolta nel cimitero ebraico del Lido di Venezia[3].

Nel 1620 nella casa di Iacob Belgrado a P., venne stipulato il contratto di vendita relativo al terreno da adibire ad  uso cimiteriale tra Domenigo, detto il Molo, e gli ebrei, tra i quali Salomon e Samuel Romanin di S. Vito[4].  Si trattava di un piccolo appezzamento di terra con una casetta di paglia, ubicato in borgo S. Francesco (in seguito S. Gottardo)[5], in cui  vennero sepolti anche gli ebrei di S. Vito.

Dato che i procuratori della Fraterna del cimitero degli  Ebrei avevano dato in affitto la casa posta in esso, ad eccezione  della stanza da basso, qual restar debba per uso del locator[6], ne derivò un lungo contenzioso con il Comune di P. sul  diritto ebraico a seppellire i morti, in cui si inserì il rifiuto del podestà di permettere la sepoltura a P. di un ebreo di Palma, nel 1664. Il conflitto tra la Fraterna e il Comune si protrasse sino al 1680, senza che ce ne sia noto l’esito[7].     

Nel 1666 Alvise Foscari, primo Luogotenente della Patria del Friuli, emanò ordini per “il buon governo” del Monte di Pietà: con la creazione di quest’ultimo e lo scadere della condotta, nel 1668, gli ebrei lasciarono la località[8].

Del cimitero rimangono tutt’ora due stele del XVII secolo, conservate presso il Museo archeologico nazionale. Una di esse, sembra riferirsi a tale Yosef sepolto nel 1601, e, pertanto, dà adito all’ipotesi che un cimitero ebraico vi fosse già prima di quello del 1620, come lascerebbe, del resto, supporre la condotta del 1575: d’altro canto, il fatto che Dolcetta Belgrado fosse stata sepolta a Venezia induce a lasciare aperta la questione[9].

Bibliografia

Belli, M. , Il cimitero degli ebrei in Portogruaro (1620-1666), in Archivio Veneto, Nuova Serie XI (1911), pp. 517-526.

Ioly Zorattini, P. C., L’“Università” degli  ebrei di S. Vito al Tagliamento e il suo antico cimitero, in Studi Forogiuliesiin onore di C.G. Mor, Deputazione di storia patria per il Friuli, Udine 1983, pp. 223-238.


[1] Bertolini, D.,  Nota  sul Monte di Pietà di Portogruaro, Treviso,  pp. 1-13, pubblicata per le nozze Spagnol Zoppelli , 14 settembre 1892,  pp. 1-13, citato in Belli, M., Il cimitero degli ebrei in Portogruaro (1620-1666), p. 518.

[2] B.C. P.G., Archivio del Comune di Portogruaro, fasc. Cimitero Ebrei, cc.1r-60v, p. 57 citato  in Ioly Zorattini, P.C.,  L’“Università degli ebrei di S. Vito al Tagliamento e il suo antico cimitero,  p. 230,  nota 31.

[3] Luzzatto, L., Mosè Belgrado e il S. Ufficio, in Il Vessillo Israelitico LI (1903),  pp. 388-391, p. 388,  nota 2, citato in Ioly Zorattini,  P.C., op. cit.,  p. 230,  nota 33. 

[4] Nella pubblicazione del Bertolini, riportata dal Belli, figura come data della stipula una volta  il 1660 e una volta il 1620; inoltre viene citato, insieme a Samuel Romanin, tale Salomon Marin di S. Vito. Ioly Zorattini rettifica questi dati: cfr. Ioly Zorattini, P. C., op. cit., p. 231,  nota 34; Belli, M., op. cit., p. 518; p. 522. 

[5] B.C. P.G.,  Archivio del Comune di Portogruaro, fasc. Cimitero Ebrei, c. 1v., citato in Ioly Zorattini, P.C., op. cit.,  p. 231,  nota 35.

[6] Bertolini, citato in  Belli, M., op. cit.,  p. 519.

[7] Ivi, p. 520; cfr. Ioly Zorattini, P.C., op. cit., p. 231,  nota 36.

[8] Bertolini, citato in  Belli, M., op. cit.,p. 520.   

[9] Per il testo delle due stele funerarie, una del 1601 e l’altra del 1660,  cfr. Belli, M., op. cit.,  p. 524-525.

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