Monselice

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Monselice

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Monselice (מונסליצ'ה)

Provincia di Padova. M. ebbe grande importanza nel periodo romano e fu poi, sotto il dominio dei Longobardi, che l’avevano tolto ai Bizantini, un centro di giurisdizione. In seguito, sotto il controllo di Padova, conobbe un periodo di decadenza e nel pieno Medioevo fu controllato degli Ezzelini, degli Estensi (1256–59) e degli Scaligeri (1317). Dopo una breve parentesi viscontea, fu completamente distrutto durante la guerra di Cambrai.

Intorno alla fine del XIV secolo fu aperto un banco di prestito a M.[1], dove nel 1409 si costituì una società fra Vitale del fu Angelo da Terni, Guglielmo da Camerino, Angelo del fu Caio, residente a Piove di Sacco, Abramuzzo del fu Vitale abitante a Imola e Bonaventura del fu Consiglio da Santa Lucia[2]. Gli accordi prevedevano che Vitale da Terni amministrasse il fondo sociale, che ammontava a 2.000 ducati, ricevendo uno stipendio annuo di 120 ducati e ripartendo gli utili in parti uguali.

La condotta fu rinnovata nel 1411, su richiesta degli ebrei di M.[3] e sappiamo che nel 1431 socio del banco, con un capitale di 700 ducati, era Iacob del fu Musetto di Ancona, che nel 1435 cedette la propria quota a Iacob da Forlì ,della contrada di S. Lucia. Il banco fu gestito da aprile a novembre del 1431 da Aronne del fu Abramo da Mantova e poi da questo periodo sino al 1435 da Eliuzzo del fu Guglielmo da Montepulciano che ne era anche socio[4].    

Sul finire del XV secolo la predicazione di Bernardino da Feltre promosse l’istituzione di un banco di prestito cristiano [sic] a  M.[5].

Nel 1698 Pellegrin Sacerdoti (appartenente alla famiglia che aveva acquistato il terreno per il cimitero ebraico) era rappresentante ufficiale della piccola Comunità ebraica di M., insieme ad Aron Paesan.  

Nel 1778, in seguito agli ordini impartiti agli ebrei del territorio di Padova, in base ai quali coloro che non vivevano in una località munita di ghetto sarebbero stati espulsi, gli ebrei di M. abbandonarono la località[6]

Cimitero

Un cimitero ebraico, con casetta per il guardiano, si trovava a M. nella Contra’ della Calcinara, presso il castello, fu acquistato dalla famiglia Sacerdoti, in un’epoca imprecisata, per seppellirvi i correligionari di M.[7].

Bibliografia

Cessi, R., La condizione degli ebrei banchieri in Padova nel secolo XIV, in Bollettino del Museo civico di Padova Anno X (1907), N. 6, pp. 201-214.

Cessi, R., La condizione degli ebrei banchieri in Padova nel secolo XV, in Bollettino del Museo civico di Padova Anno XI (1908), nn.1-2, pp. 8-22.

Ciscato, A., Gli ebre in Padova, Padova 1904.

Milano, A., Storia degli ebrei in Italia, Torino 1963.

Morpurgo, E., Inchiesta sui monumenti e documenti del Veneto interessanti la storia religiosa, civile e letteraria degli ebrei, Udine 1912.

Pullan, B., Rich and Poor in Renaissance Venice, Oxford 1971.

Roth, C., Venice, Philadelphia 1930.

Zen Benetti, F., Prestatori ebraici e cristiani nel Padovano fra Trecento e Quattrocento, in Cozzi, G. (a cura di), Gli ebrei e Venezia, Milano 1987, pp. 629-650.


[1] Milano, A., Storia degli ebrei in Italia, p. 140.

[2] ASPd, Notarile, 62, ff. 208v-209v, citato in Zen Benetti, Prestatori ebraici e cristiani nel Padovano fra Trecento e Quattrocento, p. 648, nota 78.

[3] Cessi, R., La condizione degli ebrei banchieri in Padova nel secolo XV, p. 9.

[4] ASPd, Notarile, 432, ff. 492r-494v, 527v-529r, citato in Zen Benetti, F., op. cit., p. 648, nota 80.

[5] Pullan, B., Rich and Poor, p. 463.

[6] Arch. Civ. — Ebrei, Miscellanea, n. 752, 1778, citato in Ciscato, A., Gli ebrei in Padova, p. 94, nota 2.

Cfr. Roth, C., Venice, p. 349; cfr. Milano, A., op. cit., p. 321.

[7] Morpurgo, E., Inchiesta, p. 3, nota 8; cfr. Ciscato, A., op. cit., p. 175.

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