Legnago

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Legnago

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Legnago (לג'נאגו)

Provincia di Verona. Sito presso la riva destra dell’Adige, per la sua posizione sul fiume, che comincia ad essere navigabile solo da questo punto, ebbe sempre grande importanza strategica. I veneziani lo fortificarono nel 1494 e dal 1531 le fortificazioni furono rinnovate sui disegni del Sammicheli. Fu preso dai Francesi nel 1796.

Data la posizione geografica (orientata verso il territorio mantovano, padovano, il Polesine e la Padania in genere), il ruolo commerciale di L. e la sua classe dirigente in costante tensione con Verona (e con un certo grado di autonomia amministrativa rispetto a quest’ultima), vi erano le condizioni perché si creasse un insediamento ebraico nella località. Troviamo, così, un piccolo gruppo a L., già agli inizi degli anni Venti del XV secolo, con  il “padovano” Salomone da Pesaro che vi gestiva un banco (oltre ad essere stato titolare del banco di Lonigo, nel vicentino). La famiglia  di Salomone rimase a L. sino agli anni Settanta.

Dopo il divieto del prestito a Verona (1477), vennero incrementate le attività dei pochi banchi permessi del suo distretto, tra cui quello di L.[1].

Dagli anni Sessanta del XV secolo, i figli del noto matematico ed astronomo Angelo Finzi di Bologna, se non anche Angelo stesso, gestirono il banco legnaghese (oltre ad essere cointeressati in quelli di Castelbaldo ed Este). I nipoti di Angelo Finzi, Barukh e Isacco, figli di Abramo, restarono a L. sino alla fine del Quattrocento.

Intorno ai Finzi e alle loro attività finanziarie e commerciali, restò, per una trentina d’anni, un numero di famiglie, in continua relazione con gli insediamenti ebraici delle zone vicine[2].    

Un altro figlio di Angelo Finzi, Graziadio, prima di lasciare la località per trasferirsi a Mantova, fu condannato un paio di volte per contrabbando di panni con il vicino stato mantovano[3].

Da Menahem di Yaaqov ha-Kohen Rapa, di Porto L. prese origine, all’inizio del XVI secolo, un ramo della famiglia Rappaport[4], estesa (oltre che in Italia) in Germania, Polonia e Russia.

Bibliografia

Colorni, V., Genealogia della famiglia Finzi, in  Judaica Minora, Milano1983.

Varanini, G.M., Appunti per la storia del prestito e dell’insediamento ebraico a Verona nel Quattrocento. Problemi e linee di ricerca, in Cozzi, G. (a cura di), Gli Ebrei a Venezia, Milano 1987, pp. 615-628.

       


[1] Varanini, G.M., Appunti per la storia del prestito e dell’insediamento ebraico a Verona nel Quattrocento, p. 619; p. 623.

[2] La parte più consistente della documentazione sul soggiorno legnaghese dei Finzi si trova nei rogiti notarili di Marco Marcabruni da L. (ASVr, Notarile , b 6919 sgg.) e di altri notai locali. Cfr. Varanini, G.M., op. cit., p. 628, nota 40.  Cfr. Colorni. V., Genealogia della famiglia Finzi, p. 337.   

[3] Varanini, G.M., op. cit., p. 623. Per l’episodio del contrabbando del 1469, cfr. ASVr, Archivio antico del Comune, reg. 12, c. 113r., citato ivi, p. 628, nota 40.

[4] Il cognome significa i Rapa (dal tedesco medievale Rappe che sta per Rabe, cioè “corvo”) di Porto (Legnago). cfr. J.E., alla voce “Rapoport,…Rappaport”.

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