Caivano

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Caivano

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Provincia di Napoli. Già casale di Aversa, a oriente della città, è situato sulla via Regia che univa Napoli a Caserta. Nel 1456 Alfonso I lo vendette a Onorato Gaetano, conte di Fondi. Nel 1443 era tassato per 131 fuochi e nel 1532 per 182.

 

La signoria di Onorato Gaetano su C., richiamò nel casale alcuni ebrei di Fondi, che s’inserirono in un ambiente di indubbio carattere rurale[1]. Così, il 26 aprile 1475 Abramectus iudeus de Fundis, habitator Cayvani,  affidò per tre anni a Paolo di Antonio Zapella un’asina con il suo puledro ed un agnello, che aveva acquistato al prezzo di 25 tarì, con il patto che, trascorso un anno, lo stesso Paolo avrebbe venduto puledro e agnello e, detratto dal ricavato il capitale di 25 tarì, avrebbe diviso il prevedibile lucro con Abrametto. Nello stesso anno Abrametto e Gaudius de Ventura Sacerdos de Fundis,  residente anch’egli a C., si rilasciarono reciproca quietanza circa tutti i rapporti di affari intercorsi per il passato tra loro. Con un secondo atto Abrametto e suo figlio Mele dichiararono di avere ricevuto in prestito da Gaudio de Ventura la somma di 10 once e 25 tarì, somma che s’impegnarono a restituire entro un anno. Ma i rapporti fra i tre non si esaurivano qui: Gaudio di Ventura, infatti, si impegnò a contribuire, per la parte a lui competente, ai pagamenti che Abrametto e Mele avessero fatto in futuro e per i quali anch’egli fosse debitore ed inoltre promise di non concedere in prestito una somma superiore a 25 ducati per il periodo di un anno. Le quietanze e gli impegni furono corroborati col giuramento emesso toccando le Scritture ebraiche (super licteris ebreys). Nel marzo 1475 Garofaro de Madio di Sant’Arcangelo vendette, poi, ad Abrametto un campo sito nella contrada detta a lama de Cayvano per il prezzo di 20 ducati e 4 tomoli di grano. Il 24 luglio dello stesso anno Giovanni Stanciono di Crispano acquistò da Abrametto 17 tomoli di grano per il prezzo di 1 oncia e una botte di vino rosso.

Ad Abrametto dì C. sembra da collegarsi Abramo de C., o Abramo di Isach di C., presente in due atti rogati a Roma rispettivamente nel 1542 e nel 1543[2].

 

 

Bibliografia

 

Patroni Griffi, F., Dagli atti del notaio Angelo de Rosana di Caivano (sec. XV), in Sefer Yuhasin 8 (1992).

Stow, K.R. The Jews in Rome,  Leiden 1995.

 

 

 


[1]Patroni Griffi, F., Dagli atti del notaio Angelo de Rosana di Caivano (sec. XV), pp. 37-40.

[2] Stow, K.R. The Jews in Rome, I, p. 313, n. 764; p. 315, n. 768.

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