Avellino

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Avellino

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La città sorge in un’ampia conca intramontana, su di uno sprone di tufo compreso tra il torrente Rigatone e il suo affluente Rio Cupo. Fu fondata al tempo della conquista longobarda a 3 km dall’antica Abellinum, abbandonata dai suoi abitanti che non ritennero più  sicuro il sito. Per la sua posizione strategica, fu spesso al centro di vicende politiche importanti in epoca longobarda e normanna. Nel 1130 Ruggero II vi ricevette da Anacleto II Pierleoni l’investitura del regno di Sicilia. Nel 1806 divenne capoluogo della provincia di Principato Citra in sostituzione di Montefusco. Città vescovile, nel 1443 era tassata per 100 fuochi e nel 1532 per 188.

 

Nel 1273 fu ordinato dalla Corte di versare ai procuratori della chiesa cattedrale, in quel momento priva di pastore, le decime che ad essa spettavano, tra cui quella dovuta dalla locale comunità giudaica. Questo privilegio, come è noto, era stato concesso a diversi vescovi nei secoli XI -XII dai Normanni[1].

Nell’ultimo decennio del secolo XIII gli Angioini riuscirono a piegare la resistenza di svariate comunità del Mezzogiorno e a portare molti ebrei al battesimo. Della nostra città è noto un Enrico de Avellino, neofita a Salerno nel 1294[2]. Nel 1293 un gruppo di convertiti, ritenuti eretici, si rifugiò nell’abbazia femminile di S. Guglielmo al Goleto nell’alta valle dell’Ofanto (S. Angelo dei Lombardi), evento per cui le monache furono inquisite e condannate al pagamento di 30 once[3].

In età aragonese era attivo ad A. Raffaele de Manoele, che nel 1493 era in lite con il capitano locale per una casa che questi gli aveva tolta. La Camera della Sommaria ordinò al capitano di restituirgliela immediatamente o di far conoscere le ragioni del suo atto, per potere giudicare in merito[4].

Secondo la tradizione, la via in cui gli ebrei abitavano si trovava nell’area tra la Dogana e il Conservatorio delle Oblate, ed è probabilmente da identificarsi nell’allora  Vicolo chiuso, nel quartiere di S. Bartolomeo (che prendeva nome dalla chiesa omonima ormai scomparsa).

 

Bibliografia

 

Colafemmina, C.,  Documenti per la storia degli ebrei in Campania (III), in Sefer Yuhasin 4 (1988).

Scandone, F.,  Storia di Avellino. Dalle origini alla fine della dominazione longobarda, Napoli 1905.

 


[1]  Cfr. I Registri della Cancelleria Angioina, IX, Napoli 1979, p. 63, n. 30;  Scandone, F.,  Storia di Avellino. Dalle origini alla fine della dominazione longobarda, Napoli 1905, p. 157.

  [2] RCA, XLVI, p. 86, n. 359.

  [3] Archivio Abbazia di Montevergine, b. 259, Notizie di atti di visita, privilegi ed istromenti estratti dall’archivio di Ave Gratia Plena di Napoli spettanti alla Congregazione di Montevergine raccolte dal P. D. Bernardino Izzi, f. 11.

  [4] Colafemmina, C.,  Documenti per la storia degli ebrei in Campania (III), p. 131.

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