Grottaglie

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Grottaglie

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In provincia di Taranto, sul primo gradino delle Murge meridionali. Sarebbe stata fondata nel X secolo da profughi di borgate vicine che si rifugiarono nelle grotte del sito, da cui il nome. Fu possesso dei vescovi di Taranto, poi feudo di varie famiglie. Nel 1443 fu tassata per 270 fuochi, nel 1512 per 572.

Nel 1417 Nicolao neophito aveva in locazione una casa e un terreno di proprietà della chiesa maggiore. Nel 1517 il neofito Federico Secondo, di Monopoli, risulta dimorante in Grottaglie.[1]

La cittadina era frequentata da  mercanti ebrei forestieri Tra le entrate del fondaco per l’anno 1459 figura, per esempio, la multa di un 1 tarì e 15 grani inflitta a Benchivenghya iudeo de Tarento. Nella seconda metà del XVI secolo commerciavano in frumento a Grottaglie Moyse di Rossano Calabro, e suo figlio mastro Iacob.[2]

Un rione adiacente alle mura occidentali, presso la porta S. Antonio, conservò a lungo il nome  Iudeca. In esso avevano le botteghe i conciatori di pelli. Al confine della Iudeca si ergeva la chiesa di Santo Stefano dei Giudei.[3] S. Pietro dei Giudei era a sua volta denominata una chiesa-cripta scavata nel vicino vallone detto Lama del Fullonese.[4]


[1] C. Colafemmina, Gli Ebrei a Taranto. Fonti documentarie, Bari 2005, pp. 85-86, n. 49; pp. 191-192, n. 119. Si veda anche N. Ferorelli,  Gli ebrei nell’Italia meridionale dall’età romana al secolo XVIII, Torino 1915, p. 192.

[2] Colafemmina, Gli Ebrei a Taranto cit., p. 90, n. 57; p. 195, n. 121.

[3] R. Quaranta,  Grottaglie nel tempo, p. 101, tav. 59, n. 16.

[4] Qualche studioso ha anche immaginato una presenza ebraica nelle grotte del vallone. Cf. C. Cafforio,  La lama del Fullonese, sobborgo medievale di Grottaglie, Taranto 1961; G. Summo, Gli ebrei in Puglia dall’XI al XVI secolo, Bari 1939, p. 42.

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