Ostiano

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Ostiano

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Ostiano (אוסטיאנו)

Provincia di Cremona. Posto su di una dorsale alla confluenza tra il fiume Oglio e il Mella, in una zona di confine tra i territori delle province di Cremona, Mantova e Brescia, dal XV secolo fece parte del dominio dei Gonzaga di Bozzolo, passato, poi, ai Gonzaga di Guastalla e, dal 1746, all’impero austriaco.

La presenza ebraica presumibilmente risale qui all’inizio del XVI secolo: dai responsa del rabbino Azriel Diena risulta che vi era più di un minyan (quorum) di ebrei a O., nel 1521, e che l’insediamento era stato iniziato da ebrei italiani, cui si erano aggiunti, in seguito, ashkenaziti. Dai responsa del rabbino Yehudah Minz e del rabbino Meir da Padova si desume, poi, l’esistenza di un banco feneratizio nella località[1].

Da una lettera scritta, nel 1548, dal cardinale Ercole Gonzaga (vescovo di Mantova e amministratore di O. per conto di Vespasiano Gonzaga) alla “Magnifica Comunità”, si evince l’esistenza di un processo (di cui si ignorano i particolari) allora in corso contro un ebreo di O.

Dopo meno di un trentennio, il vescovo di Brescia (della cui diocesi faceva parte O.), convocò il clero diocesano e promulgò le “Costituzioni sinodali”, stampate nel 1575, in cui, tra l’altro, tentò di limitare il più possibile le occasioni di contatto tra la popolazione ebraica e quella cristiana, prescrisse il segno distintivo (berretto giallo per gli uomini e velo giallo per le donne) ed esortò a non affittare agli ebrei case e poderi e a rifuggire dalle cure dei medici ebrei[2].         

Tra i libri espurgati, in seguito ai provvedimenti presi nel 1595 dal vescovo di Mantova, vi erano anche quelli della Comunità ebraica di O.[3].

Il “Sacro monte” (antesignano locale del Monte di Pietà, di cui non sappiamo l’anno di fondazione) venne ricostruito e rimpinguato finanziariamente da frate Francesco Gonzaga, divenuto signore di O.: il Gonzaga, d’altro canto, si premurò di avere il permesso papale per l’attività feneratizia ebraica nel suo territorio, al fine di venire incontro al fabbisogno economico della popolazione senza interferire con l’attività del Monte[4].

Nel 1596 fu elargita la concessione papale per tenere il banco feneratizio a Michele del fu Simone Porto, per quindici anni, con i privilegi dei prestatori ebrei attivi dentro e fuori del dominio della Chiesa.

Nel 1611 ottennero licenza di prestare Marco del fu Michele Porto e Simone e fratelli, figli del fu Israele Finzi, mentre nel 1619 la ebbero i fratelli Finzi (Simone, Emanuele, Isacco e Naftali) e Angelo Porto. Infine, nel 1633, una proroga di dodici anni fu concessa a Marco Porto e a Giacobbe e Isacco “De Frizzis” (Finzi?)[5]

Durante il primo quarto del XVII secolo, fra’ Francesco Gonzaga elaborò i Privileggi delli Hebrei in Hostiano, per regolare, tra l’altro, i rapporti tra ebrei e cristiani: di tali Privileggi  è stato perduto l’originale, ma il loro contenuto si può desumere da un compendio di epoca posteriore. Tra i punti salienti, figurano quelli relativi a chi eseguiva lavori temporanei o prestava saltuariamente servizi nelle case ebraiche, cui veniva proibito di mangiare insieme agli ebrei o di mangiare cibi legati alla religione ebraica (come le “azime”)[6].

Negli anni Trenta del XVIII secolo è attestata a O. la dimora dei fratelli  Isacco, Giuseppe, Giacobbe e Samuele Frizzi (De Fritiis), di Angelo Raffaele Frizzi e dei fratelli Mosè e Pacifico De Joanis, cui vennero date in enfiteusi le case abitate dai correligionari locali. Le migliorie apportate dai neo-livellari a tali case suscitarono il malcontento della popolazione, presumibilmente in concomitanza con il fatto che il prestito sembrava essere, all’epoca, gestito solo dagli ebrei [7]

Per contrastare il banco ebraico, il Comune si rivolse al duca di Guastalla, chiedendo il ripristino del tasso feneratizio ebraico al 7% ed altri provvedimenti restrittivi, tra cui l’obbligo di vendere ai cristiani gli immobili comprati derogando dai “Sacri Canoni”, ivi compresi gli immobili ottenuti in saldo dei debiti, e il divieto di far pignorare i debitori, senza previa autorizzazione del tribunale[8].

L’esito del ricorso non è noto, tuttavia, dopo il passaggio all’Austria nel 1746, gli ostianesi, capeggiati dal Podestà, cercarono nuovamente di opporsi al prestito ebraico, invocando da Maria Teresa l’istituzione di un Monte di Pietà, in sostituzione del “Sacro Monte”, caduto in disuso.

Nel 1760 fu eletto il cosiddetto “Nuovo Monte di Pietà”, sito in Porta Spinata, ma gli ebrei continuarono l’attività feneratizia con la popolazione dei limitrofi paesi bresciani, sotto la giurisdizione di Venezia[9].

Oltre una trentina d’anni dopo il passaggio all’Austria, le autorità si informarono del numero degli ebrei abitanti nel territorio dell’ex principato di Bozzolo (che non erano aggregati alla Comunità di Mantova), ma i dati relativi non sono pervenuti[10].

L’ostilità del Comune di O. nei confronti degli ebrei ebbe fine con l’avvento napoleonico[11].  

Vita comunitaria

L’unico documento rimastoci, relativo ad un’istituzione comunitaria a O., riferisce dell’esistenza, verso il 1780, di un asilo in Castello per gli ebrei di passaggio, che avrebbero potuto usufruire di vitto e alloggio gratuiti per tre giorni[12].      

Attività economiche

Dopo il passaggio di O. sotto la corona austriaca, il tasso feneratizio praticato dal banco (tenuto dalla famiglia Frizzi) era del 14% per i locali e del 18% per i forestieri[13].

Luogo di residenza degli ebrei

Il Castello, fatto costruire all’inizio del XVI secolo dai Gonzaga,  in posizione sovrastante il borgo di O., essendo separato dalle abitazioni cristiane, venne deputato a luogo di residenza degli ebrei, che presero dimora, tra l’altro, nel palazzetto costruito per i Gonzaga, ma disertato da questi.  Nel palazzetto, detto la “Casa del governatore”, e in un’altra casa adiacente essi vissero nel secolo XVII, sino a che, nel 1731, l’affitto fu mutato in enfiteusi, dopo di che, la “Casa del governatore” venne ampliata e abbellita dagli ebrei che vi vivevano[14].   

Sinagoga

Nel XVIII secolo, la sinagoga, dotata anche di matroneo, si trovava nella parte della cosiddetta “Casa del Governatore” che era stata fatta ingrandire dagli ebrei. Alla sinagoga si accedeva dal portone dell’edificio, salendo quattro rampe di scale, mentre delle porte interne permettevano l’accesso senza passare per la strada[15].

Cimitero

Non è rimasta traccia dell’antico cimitero ebraico di O.: un terreno, acquistato presumibilmente dalla Comunità ebraica dopo il 1780 e sito in località Montagnetta, venne adibito a luogo di sepoltura in seguito alle disposizioni napoleoniche sui cimiteri (1806)[16].

Personaggi famosi

Nacque a O. nel 1756 Benedetto Frizzi (Ben Zion Refael ha-Kohen), medico, studioso di giudaistica e prolifico autore di opere riguardanti vari ambiti del sapere. Il Frizzi scrisse l’opera (pubblicata anonima) Difesa contro gli attacchi fatti alla nazione ebrea, che fu di aiuto agli ebrei contro la virulenta presa di posizione del conte d’Arco, al tempo del dibattito sulla loro posizione nell’Impero, accesosi sotto Giuseppe II. Osteggiato dai circoli ebraici conservatori mantovani per una delle sue opere, emigrò, dopo il 1789,  a Trieste, dove, più tardi, fu in contatto con Shemuel David Luzzatto[17].

Bibliografia

Boksenboim, Y. (a cura di), Responsa of Rabbi Azriel Diena, Tel Aviv 1977-1979.

Colorni, V., Appunti sugli ebrei a Bozzolo, in Judaica Minora. Nuove Ricerche, Milano 1991.

Loevinson, E., La concession de banques de prêts aux Juifs par les Papes des seizième et dix-septième siècles, in REJ XCIV, (1933), pp. 167-183.

Regonini, G., Gli Ebrei in Ostiano, Cremona 1982.

Regonini, G., Disposizioni dei principi di Bozzolo pei banchieri ebrei di Ostiano, Ostiano 2000.

Simonsohn, S., The History of the Jews in the Duchy of Mantua, Jerusalem 1977.


[1] Simonsohn, S., History of  the Jews in the Duchy of Mantua, p. 228 (nota).Dai responsa del rabbino Diena risulta che un conflitto in materia di rituale era scoppiato tra gli ebrei italiani e askenaziti, a O. Cfr. Boksenboim, Y. (a cura di), Responsa of Rabbi Azriel Diena, I, p. 62 e segg.; Idem, II, Tel Aviv 1979, p. 272 e segg.  

[2] Regonini, G., Gli ebrei in Ostiano, pp. 6-7.

[3]  Simonsohn, S., op. cit., p. 691.

[4] Regonini, G., Gli ebrei in Ostiano, pp. 8-9.

[5] Simonsohn, S., op. cit., p. 229 (nota); Loevinson, E., op. cit., pp. 169-170; Regonini, G., Gli ebrei in Ostiano, p. 9. Sui privilegi dei banchieri di O. si veda Idem, Disposizioni dei principi di Bozzolo pei banchieri ebrei di Ostiano, passim. 

[6]  Regonini, G., Gli ebrei in Ostiano, pp. 9-10.

[7] Ivi, pp. 11-12.

[8] Per queste richieste e altre, di analogo tenore restrittivo, cfr. ivi, p. 12.

[9] Ivi, pp. 12-14.

[10] Colorni, V., Appunti sugli ebrei a Bozzolo, in Judaica Minora. Nuove Ricerche, pp. 17-52, p. 22.

[11] Regonini, G., Gli ebrei in Ostiano, p. 15.

[12] Ivi, p. 16. In Castello vi sarebbe stata pure la scuola della comunità. Ibidem.

[13] Il documento relativo al prestito aggiunge che i feneratori : non contenti di eseguire l’usura […] sopra dei Capitali numerati in effettivi contanti, tante volte costringono li suoi debitori allo stesso Banco, in ragione del frutto, a costituire anche questo in forma di Capitale, numerandolo ancora, con altri suoi crediti secchi, di Mercimonio  (ivi, p. 13). 

[14] Ivi, pp. 5-6; 10-11.

[15] Ivi, pp. 15-16.

[16] Ivi, p. 16.

[17] Simonsohn, S., op. cit., pp. 711-712. Per il testo della “commemorazione di Benedetto Frizzi”, del Robolotti, ricca di particolari sulla vita e le opere dell’Ostianese, cfr. Regonini, G., Gli ebrei in Ostiano, pp. 31-40. 

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