Policastro

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Policastro

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Provincia di Salerno. Sorge sul Tirreno, al centro del Golfo omonimo, a breve distanza dalla foce del Bussento. Fu conquistata nel secolo XI dai Normanni, che  ne ripristinarono il vescovado e nel 1152 la fecero sede di contea. Appartenne ai Grimaldi, ai Sanseverino e ai Carafa. Subì pesanti perdite da parte dei corsari turchi nel 1534 e nel 1552. Con il nome di P. Bussentino  è oggi  frazione del comune di  Santa Marina. Nel 1494 era tassato per 380 fuochi fiscali e nel 1532  per 164.

 

Un documento datato alla fine del 1306 accusa i tintori neofiti di Salerno di fare incetta di seta per tutta la provincia, spingendosi sino a P., per tingerla in privato nelle proprie case e poi rivenderla liberamente alla fiera di San Martino, in frode dei diritti fiscali[1].

Alla fine del secolo XV abitava a P. il banchiere ebreo Gaudo de Moise, che deteneva una certa quantità di cuoi porcini datigli in pegno per un prestito di 30 ducati dai fratelli Michele e Cristoforo Acheri, mercanti genovesi. Dopo tre mesi i mercanti fallirono e il doganiere della città sequestrò al banchiere i cuoi con il pretesto che i due erano debitori di certe somme nei confronti della Regia Corte. Gaudo ricorse alla Camera della Sommaria, che in data 6 ottobre 1491 ordinò al doganiere di restituire al ricorrente la mercanzia sequestrata oppure di pagargli tutto il denaro che aveva prestato più gli interessi, perché –scrisse- non è iusto habia ad perdere el suo[2].

 

 

Bibliografia

 

Caggese, R., Roberto d’Angiò e i suoi tempi, Firenze 1922.

Silvestri, A., Il commercio a Salerno nella seconda metà del Quattrocento, Salerno 1952.

 


[1] Caggese, R., Roberto d’Angiò e i suoi tempi, vol. I, p. 280.

[2] ASNa, Sommaria, Partium 33, f. 116v. Cfr. Silvestri, A., Il commercio a Salerno nella seconda metà del Quattrocento, Salerno 1952, p. 33.

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