Bianco

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Provincia di Reggio Calabria. Posto sui primi contrafforti dell’Aspromonte, il centro venne devastato dal terremoto del 1783 e fu ricostruito 4 km più in basso, sul litorale del mare Ionio, tra le foci delle fiumare  Bonamico  e Laverde. All’antico sito,  di cui rimangono ruderi, fu dato il  nome  di  B.  Vecchio.  Nel  1443  esso  era  tassato  per 190 fuochi, nel 1532 per 314.

 

Nel 1502-3 la comunità (giudecca) di B. era composta da 3 fuochi, sui quali gravava la tassa  ordinaria  di 4 ducati, 2 tarì  e 10 grani.  Il 24 agosto 1503 essa versò al percettore Tommaso Spinelli  4 ducati, mentre il resto fu esatto da Battista de Vena. Nello stesso anno lo Spinelli  stesso registrava a carico dei giudei di B. un residuo  di 3 tarì  dovuto  per la misurazione  del  sale  fiscale  nell’anno 1500-1501. Egli  però  precisava  che tale contributo  non era allora esigibile, non avendo  né gli ebrei  né i cristiani  ricevuto  in  quell’anno  il sale  suddetto[1]. La provincia era, infatti, in quegli anni devastata dalla guerra scoppiata tra Spagnoli  e Francesi per la conquista del regno di Napoli.

Nel 1508 la giudecca  di B.  era  composta ancora da 3 fuochi, con l’identica tassa  ordinaria  di 4 ducati, 2 tarì e 10 grani, che versò in tre rate il 15 gennaio,  il 16 aprile e il 7 settembre. La comunità risultava  in regola anche per il versamento di 1 ducato, 2 tarì  e 10 grani  quale  quota  del  donativo offerto  dai  Giudei  del Regno al re[2].

 

 

Bibliografia

 

Colafemmina, C., Le giudecche di Calabria Ultra nel registro del tesoriere provinciale Tommaso Spinelli (1502-1503), in Sefer Yuhasin 5 (1989), pp. 33-47.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


[1] Colafemmina, C., Le giudecche di Calabria Ultra, pp. 43, 45.

[2] ASNa, Sommaria, Tesorieri e percettori, reg. 4064.

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