Badia Polesine

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Badia Polesine

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Badia Polesine (באדיה פולזינה )

Provincia di Rovigo. Situata presso la destra dell’Adige, vicino alla confluenza con il naviglio Adigetto, B. risale al secolo X e, dopo la fine del XIII, passò agli Estensi, dai quale fu venduta con il Polesine ai padovani, per poi andare, insieme a Padova, sotto il dominio di Venezia.

Il primo accenno alla presenza ebraica a B. risale al 1425, quando tale Consiglio risultava fattore di un banco di correligionari ferraresi[1].

Secondo una fonte, accanto ai banchi feneratizi di Lendinara e di Rovigo, istituiti nell’ultimo ventennio del XIV secolo, è, tuttavia, da presumere che vi fosse anche un banco a B.[2].

Quando il Polesine passò definitivamente sotto il dominio di Venezia, nel 1484, nel privilegio concesso a B., fu inclusa una disposizione speciale per il locale banco feneratizio.

Il paragrafo XIII di tale privilegio stabiliva: Item che se caso advenisse , chel Duca de Ferrara non lassasse portar, over el zudio malignasse in non voler portar, o dar li pegni ad la Abbadia, li qual portò el zudio a Ferrara, chel sia licito a dicti homini de la Abbadia de farsi satisfar ne li beni stabili de li subditi del prefato Duca, li quali sono suso el territorio noviter acquistado per la prelibata Illustrisima Signoria.

Ad tertium decimum respondetur, quod sumus contenti quod possint habere recursum et petere satisfactionem super bonis stabilibus Ferrariensium positis in Policinio, si Dux Ferrarie non permitteret Iudeum eis restituere pignora sua, aut ipse Iudeus malignaret, et non vellet restituere ea. Item possint habere recursum contra debitores dicti Iudei[3]. Dato che nei privilegi accordati a Lendinara e a Rovigo non vengono menzionati gli ebrei, l’esplicito cenno alla loro presenza a B. (Abbadia nel documento citato) ha dato adito all’ipotesi che il banco fosse alla diretta dipendenza del Duca, mentre l’ebreo ne era solo il gestore e, pertanto, quest’ultimo avrebbe potuto essere costretto dal Duca a non restituire i pegni esistenti[4].

La presenza ebraica continuò anche nel Cinquecento: infatti, intorno alla metà del secolo, il podestà di B., opponendosi all’istituzione di un Monte di Pietà, con argomentazioni di ordine economico, accennava al feneratore ebreo che, una volta istituito il Monte, avrebbe dovuto lasciare la località con conseguenze infauste per la popolazione. Il Monte fu, tuttavia, imposto dal Senato veneziano, ma la presenza ebraica presumibilmente non cessò[5].

Nei primi anni del XVII secolo, infatti, era rabbino a B. e a Rovigo Mosheh Cohen Porto, che ospitò Leone Modena, recatosi a B. per assistere al matrimonio di Yehudah di Elyezer di B., che sposava Bruryah, figlia di Mosheh Alpalas, rabbino levantino di Venezia, con cui il Modena era in rapporti[6].

Bibliografia

Adelman, H., Success and Failure in the Seventeenth Century Ghetto of Venice: The Life and Thought of Leon Modena, 2 voll. Ph.D., 1985, Ann Arbor, Michigan U.S.A.

Cessi, R., Alcuni documenti sugli ebrei del Polesine durante i secoli XIV e XV, in Atti e Memorie del R. Istituto di Scienze Lettere ed Arti 25/1 (1908-1909), pp. 57-64.

Milano A., Storia degli ebrei in Italia, Torino 1963.

Pullan, B., Rich and Poor in Renaissance Venice, Oxford 1971.

Simonsohn, S., The Jews in the Duchy of Milan, 4 voll., Jerusalem 1982-1986.


[1] Milano, A., Storia degli ebrei in Italia, p. 141.

[2] Cessi, R., Alcuni documenti sugli ebrei nel Polesine durante i secoli XIV e XV, p. 58.

[3] Baruffaldi, Badia Polesine II. Privilegio della Repubblica Veneta, Padova 1905, p. 11, citato in Cessi, R., op. cit., p. 61.

[4] Ivi,  p. 61. Il Cessi indica come esempio del fatto che i principi tenessero banchi di prestito, Francesco il Vecchio a Treviso nel 1388. Cfr. ibidem, nota 2. 

[5] Pullan, B., Rich and Poor in Renaissance Venice, pp. 522-523. Nel 1546 vien menzionato come abitante a B. Emanuele de Levi del fu Leone. Si  veda Simonsohn, S., Milan, doc. 2515.

[6] Adelman, H., Success and Failure: the Life and Thought of Leon Modena, vol. I, p. 376 e vol. II, p. 978, nota 11. Su Cohen Porto e sulla controversia sul miqveh di Rovigo, oggetto di discussione tra il Modena e Yehudah Saltaro Fano, anch’egli in viaggio per partecipare alle nozze a B., vedi la voce “Rovigo” della presente opera.

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