Cariati

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Provincia di Cosenza. Insediamento risalente all’epoca dei Bruzi, C. fu un importante centro della Magna Grecia e dal V secolo divenne sede vescovile. Dopo un periodo di decadenza, fu una strategica fortezza militare nel Medioevo, età nella quale fu presa da Roberto il Guiscardo, alla cui famiglia rimase sino a che non passò ai Sangiorgio. Nel ‘300 C. andò, poi, ai Ruffo e, dalla metà del XV secolo, ai Riario, ai Coppola, ai Borgia e agli Spinelli, che l’avrebbero tenuta sino all’abolizione dei feudi.

Una presenza ebraica a C. è testimoniata almeno dal XV secolo[1]: sappiamo, infatti, che nel 1451 era attestato qui Zaga de Barono, in lite con il fratello Mosè[2], e che nel 1484 questa giudecca, godendo di un privilegio, era stata esentata dal pagamento di 40 ducati, fatti gravare sulle altre[3].

In particolare, una lista di fuochi del 1473 ci fornisce alcuni nomi di israeliti appartenenti al nucleo locale (l’erede di Mase Sclavo e l’erede di Yoli, ormai trasferitisi a Policastro, Stera miserabile, Gayo de Lia e donna Torella, madre di Mosè Prantendi)[4], mentre un documento del 1475 comunica quanti si erano a quella data allontanati ed erano residenti altrove (Gaymo de Lia e Zaratello, spostatisi a Crotone, David e Israel, andati a Strongoli, Carela e l’erede di Nussi, andate a Rossano, Allegretto Brusco, trasferitosi a Torano, Carone e Guglielmo, andati a Tarsia)[5].

Nel 1489 la Sommaria esentò gli ebrei di C. dalla corresponsione di ulteriori imposte rispetto ai pagamenti già effettuati in occasione del Natale, della Pasqua e in agosto[6].

Nel 1490 e nel 1491, anno in cui un Gabriele di C. risiedeva a Santa Severina e un Anania di C. a Corigliano[7], il nucleo ebraico locale si lamentava per una tassa di tre carlini per fuoco, imposta per i lavori delle fortificazioni[8] e veniva esentato dai tributi richiesti dal Comune in ragione dello stato di povertà[9] , mentre nel 1493, in occasione della Settimana Santa, subiva violenze da parte della popolazione[10], sebbene, già nel 1491, la Sommaria avesse ordinato al Capitano della città di proteggere gli ebrei da tali episodi[11].

Nel 1494 la Sommaria dovette ritornare, poi, sulla questione delle vessazioni degli israeliti da parte dei cittadini, ordinando di recedere da tali comportamenti dietro una multa di 100 once[12].

Traccia del gruppo ebraico locale si aveva ancora nel 1511, quando, però, 6 nuclei familiari di esso si erano ormai allontanati[13].

Bibliografia

Colafemmina, C., The Jews in Calabria, Leiden-Boston 2012.

Ferorelli, N., Gli ebrei nell’Italia Meridionale dall’età romana al secolo XVIII, riedizione a cura di Filena Patroni Griffi, Napoli 1990.

 

[1] Ferorelli, N., Gli ebrei nell’Italia Meridionale, p. 111 nota 158.

[2] Colafemmina, C., The Jews in Calabria, doc. 135, Ferorelli, N., op. cit., p. 148 nota 1.

[3] Ferorelli, N., op. cit., p. 165

[4] Colafemmina, C., The Jews in Calabria, doc. 179.

[5] Colafemmina, C., op. cit., doc 183.

[6] Ivi, doc. 249.

[7] Ivi, doc. 261 e doc. 265.

[8] Ferorelli, N. op. cit., p. 171 e Colafemmina, C. op. cit., doc 269 e 278.

[9] Colafemmina, C., op. cit., doc. 275 e 276

[10] Ferorelli, N., op. cit., p. 193.

[11] Colafemmina, C., op. cit., doc. 270.

[12] Ivi, doc. 323.

[13] Ivi, doc. 507.

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